Export calzature Made in Italy: guida pratica per le PMI

INDICE

  • Il valore dell’export calzature italiane nel mondo
  • Come rafforzare la presenza internazionale nel settore calzature

 

Dopo la brusca battuta d’arresto registrata nel 2020 a causa della pandemia, il commercio mondiale di calzature ha recuperato rapidamente terreno e oggi si mantiene su livelli superiori rispetto al periodo pre-crisi. Nonostante le incertezze legate al contesto economico globale, l’export calzature italiane continua a rappresentare un pilastro dell’economia nazionale, sinonimo di eccellenza artigianale, innovazione e qualità riconosciuta in tutto il mondo. 

Il valore dell’export calzature italiane nel mondo

Dopo il forte calo del 2023, il 2024 ha segnato un ritorno alla crescita per il commercio mondiale di calzature: non solo sono aumentati i valori, ma anche le quantità, mentre l’incremento dei prezzi è stato più moderato. In altre parole, il settore ha recuperato slancio grazie a una vera espansione della domanda.

Con 11,7 miliardi di euro di esportazioni nel 2024, l’Italia si conferma il terzo Paese esportatore di calzature al mondo, preceduta soltanto da Cina e Vietnam. La specializzazione resta legata soprattutto alla fascia alta del mercato, dove il Made in Italy mantiene un posizionamento competitivo ineguagliabile.

Lo scorso anno le calzature italiane hanno trovato il loro principale sbocco commerciale all’interno dell’Europa, che da sola assorbe circa i due terzi delle vendite complessive. Francia, Germania e Spagna si confermano i mercati di riferimento, sostenuti da una domanda stabile e da una forte predilezione per la qualità del Made in Italy. A fianco di questi partner tradizionali, un ruolo importante è giocato anche da Svizzera, Regno Unito e Paesi Bassi, che contribuiscono a consolidare la presenza italiana nello scenario europeo. 

Oltre all’Europa, crescono in importanza mercati extra-UE. Gli Stati Uniti si confermano un cliente fondamentale per le calzature italiane, pur in un contesto reso complesso da dazi doganali, nuove misure tariffarie e normative fiscali. Parallelamente, l’Asia orientale – con Cina, Giappone e Corea del Sud in testa – mostra un interesse crescente verso i prodotti di fascia alta, aprendo nuove prospettive di crescita per le imprese italiane.

Come rafforzare la presenza internazionale nel settore calzature

Per competere sui mercati globali, le PMI del settore devono adottare un approccio integrato, che unisca competenze produttive e conoscenze fiscali e doganali. Alcuni passaggi chiave sono:

Innovazione e sostenibilità: investire in materiali eco-compatibili e processi produttivi a basso impatto ambientale, sempre più richiesti dai buyer internazionali.

Strumenti fiscali e doganali: sfruttare in modo corretto strumenti come la rappresentanza fiscale, l’esenzione IVA export, la gestione della dichiarazione doganale e gli accordi fiscali bilaterali, così da ottimizzare i costi e semplificare le operazioni.

Normativa UE export: conoscere a fondo le regole sulle esportazioni intracomunitarie e i benefici dell’origine preferenziale per accedere a tariffe ridotte e agevolazioni nei Paesi partner.

Nonostante le sfide legate alla congiuntura internazionale, il settore calzaturiero italiano dispone di solide basi per crescere ulteriormente: un patrimonio artigianale unico, un posizionamento competitivo forte e una domanda globale che apprezza la qualità del Made in Italy.

In questo percorso, iniziative come Progetto SEI – Sostegno all’Export e all’Internazionalizzazione delle imprese italiane offrono alle PMI strumenti concreti di accompagnamento: check-up aziendali, formazione, supporto nell’accesso ai mercati esteri e assistenza nella gestione degli aspetti fiscali e doganali. 

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alt= Principali destinazioni dell’export italiano di calzature nel 2024: Francia, USA, Germania, Svizzera

FONTI: 

Go2Market – Progetto SEI: Calzature