Vino italiano nel mondo: export in crescita e PMI protagoniste nel 2024

INDICE

  • Perché l’export del vino italiano è in crescita

  • Le PMI vitivinicole tra ostacoli e opportunità: Progetto SEI come leva strategica

Perché l’export del vino italiano è in crescita

L’export vino italiano ha raggiunto un nuovo record nel 2024: 8,1 miliardi di euro (+5,5%) e 21,9 milioni di ettolitri esportati (+3,2%).

A trainare la crescita sono stati gli spumanti, in particolare il Prosecco DOP, che da solo rappresenta oltre il 75% del valore esportato nella categoria bollicine. Tra i mercati consolidati per il Made in Italy, quello statunitense resta al primo posto per valore – con 1,9 miliardi di euro (+10,2%) – seguito da Germania, Regno Unito e Canada. Emergono inoltre sbocchi interessanti in Paesi come Corea del Sud, Messico e Giappone, con una domanda crescente per vini biologici, DOP e di fascia premium.

Un fattore strategico per il settore è sicuramente quello della crescita dell’e-commerce e delle piattaforme internazionali, che permettono alle PMI vitivinicole di raggiungere clienti esteri in modo diretto e senza costosi intermediari. Ragione per cui, questo canale è diventato centrale anche per il posizionamento dei brand minori. Nonostante le ottime performance del 2024, l’inizio del 2025 mostra segnali di rallentamento: nel primo trimestre, infatti, l’export segna solo un +0,9% in valore, con una leggera flessione dei volumi. La causa principale sembra provenire dal mercato statunitense, dove resta in vigore un dazio base del 10%.

Ulteriori aumenti fino al 30% sono previsti a partire dal 1° agosto nei confronti di tutte le merci europee (vini compresi): in questo contesto le imprese sono chiamate a monitorare da vicino l’evoluzione dei mercati e a prepararsi a un cambio di strategia.

Le PMI vitivinicole tra ostacoli e opportunità: Progetto SEI come leva strategica

Per le piccole e medie imprese vitivinicole, l’apertura ai mercati internazionali è diventata un’esigenza cruciale. Tuttavia, competere all’estero richiede più della sola qualità: servono strategie di mercato, conoscenze normative, logistica internazionale, digital marketing e visibilità.

C’è di più: le caratteristiche più premiate sui mercati internazionali sono tracciabilità, certificazione DOP, sostenibilità, racconto del territorio. I consumatori esteri, specialmente nel segmento premium, cercano autenticità e trasparenza. Anche il packaging e la narrazione del brand sono oggi strumenti decisivi per distinguersi. Per molte PMI, affrontare tutto questo da sole è complesso.

Qui interviene Progetto SEI – promosso da Unioncamere e dalle Camere di Commercio italiane, con il supporto di Promos Italia – che grazie a formazione, analisi di mercato, business matching e accompagnamento operativo aiuta le imprese italiane a trasformare l’export di vino in un percorso personalizzato, efficace e sostenibile nel tempo.

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alt=Infografica sull’export del vino italiano 2024: volumi, mercati principali e trend 2025