Geografia dell’Export Italiano: regioni, settori e mercati chiave

INDICE

  • Le 5 regioni italiane leader nell’export
  • I mercati di sbocco prioritari dell’export italiano
  • Comparti chiave e specializzazioni regionali
  • Trend 2025: primi segnali dal nuovo anno

 

Le 5 regioni italiane leader nell’export

L’Italia presenta una forte concentrazione geografica dell’export: cinque regioni generano il 72,4% delle esportazioni nazionali.
In testa si conferma la Lombardia, che da sola rappresenta oltre un quarto dell’export italiano (26,3% nel 2024).
Emilia-Romagna (13,4%) e Veneto (12,9%) seguono rispettivamente al secondo e terzo posto, mentre Toscana (10,1%) e Piemonte (9,7%) completano la top five. Queste regioni leader hanno determinato più di due terzi dell’export nazionale nel 2024.

Dal confronto con l’anno precedente emergono dinamiche differenti: ad esempio, la Lombardia ha leggermente incrementato le proprie vendite estere (+0,6%), mentre Emilia-Romagna e Veneto hanno registrato cali moderati (rispettivamente -2% e -1,8%).
Spicca invece la Toscana, con un balzo del +13,6% nel 2024 – il maggiore contributo positivo all’export nazionale – che le ha permesso di superare il Piemonte (in flessione del -5,5%).

I mercati di sbocco prioritari dell’export italiano

L’export italiano si rivolge soprattutto ai partner tradizionali: Germania, Stati Uniti e Francia sono risultati i primi mercati di sbocco nel 2024.

La Germania assorbe l’11,4% dell’export italiano ed è il primo partner commerciale per ben 9 regioni.
In particolare, una quota rilevante dell’export verso la Germania riguarda i macchinari (14,1% del totale, che sale fino al 21% per una regione manifatturiera come l’Emilia-Romagna).

La Francia è il terzo mercato estero (10% delle esportazioni italiane) ed è la prima destinazione per regioni come Liguria (soprattutto prodotti chimici) e Piemonte (trainato dagli autoveicoli).

Gli Stati Uniti rappresentano il 10,4% dell’export nazionale e costituiscono il principale mercato extra-UE: sono il primo sbocco per diverse regioni tra cui Abruzzo, Toscana, Emilia-Romagna e Friuli-VG.
Verso gli USA l’Italia esporta soprattutto prodotti farmaceutici (oltre metà dell’export di regioni come Abruzzo e Lazio) e macchinari (circa 30% delle vendite di Piemonte ed Emilia-Romagna verso questo mercato).

Complessivamente, Germania, USA e Francia da soli coprono più del 30% dell’export italiano; in ogni macro-regione (tranne le Isole) almeno il 25% delle esportazioni è diretto a questi tre Paesi chiave. Tali mercati di riferimento riflettono la competitività del Made in Italy in settori quali la meccanica strumentale, l’automotive, il farmaceutico e l’agroalimentare.

Comparti chiave e specializzazioni regionali

Le regioni ai vertici dell’export italiano devono il loro successo a settori industriali di punta radicati nel territorio.
Ecco uno sguardo ai comparti trainanti dei principali poli esportatori:

Meccanica strumentale e beni industriali

Rappresenta la prima voce dell’export per regioni come Lombardia ed Emilia-Romagna, dove la densità di distretti meccanici e l’alto tasso di innovazione tecnologica garantiscono un vantaggio competitivo stabile.
I macchinari per l’industria – dall’agroalimentare all’automotive – coprono oltre un quinto dell’export di molte regioni del Nord e trainano le vendite anche verso i principali partner UE ed extra-UE.

Sistema moda e design

Moda, tessile, calzature e accessori costituiscono uno dei comparti chiave dell’export italiano, con un’incidenza elevata soprattutto in Veneto, Lombardia, Toscana e Marche.
Il 2024 ha visto un consolidamento delle esportazioni verso mercati maturi come Francia e Stati Uniti, ma anche una crescita in nuovi sbocchi, grazie all’alta qualità percepita del prodotto italiano.
Il Veneto si distingue per l’occhialeria e la calzatura, mentre la Lombardia conferma il suo primato nella moda prêt-à-porter.

Agroalimentare e bevande

L’agroalimentare Made in Italy continua a crescere, trainato da territori come Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e Puglia.
I prodotti DOP e IGP – dal Parmigiano Reggiano ai vini veneti – rappresentano un valore aggiunto nei mercati ad alto potere d’acquisto.
Nel 2024, il valore dell’export agroalimentare ha sfiorato i 70 miliardi di euro, pari al 10,8% dell’export nazionale, contribuendo in modo sostanziale alla bilancia commerciale di molte regioni.

Chimica e farmaceutica

Lombardia e Lazio sono i due poli principali per la farmaceutica, mentre Piemonte e Veneto si distinguono nella chimica di base e nei prodotti specializzati.
In Toscana, il settore ha guidato la crescita regionale con un incremento record dell’export (+13,6% nel 2024), grazie soprattutto alle multinazionali del farmaco insediate nell’area fiorentina e senese.

Trend 2025: primi segnali dal nuovo anno

Guardando al primo trimestre 2025, i dati parziali confermano l’importanza di questi settori trainanti. Rispetto allo stesso periodo del 2024, l’export italiano ha registrato un incremento tendenziale del +3,2%. A contribuire maggiormente sono state le vendite di prodotti farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+41,9%) e i mezzi di trasporto diversi dagli autoveicoli (+21,2%), comparto che include aerospazio e veicoli ferroviari. Positivi anche i risultati dei  metalli di base e prodotti in metallo (+5,8%) e del comparto alimentare, bevande e tabacco (+5,5%). In controtendenza, si registrano cali nelle esportazioni di prodotti petroliferi raffinati (–27%) e autoveicoli (–12,2%)

 

Conclusioni

La mappa dell’export italiano mette in luce una forte concentrazione territoriale e il ruolo decisivo delle specializzazioni produttive regionali.

Per le PMI che oggi guardano all’estero, comprendere dove si genera il valore e quali comparti trainano la crescita è più che mai cruciale, in uno scenario globale segnato da tensioni geopolitiche, dalla flessione della domanda europea e dalla minaccia dei dazi statunitensi.

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